I Cicli della Vita

I Cicli della Vita è un percorso di crescita personale sulle paure che emergono nelle diverse tappe della vita e sulla nostra capacità di riconoscerle, accettarle e superarle, trasformandole in risorse e opportunità.

La paura non è un nemico

La paura è un’istanza insita nella condizione umana che inevitabilmente condiziona la vita di ciascuno di noi. 

Tuttavia non dobbiamo pensare che la paura sia un nemico da sconfiggere. Piuttosto è importante riconoscere che le situazioni che ci incutono paura rappresentano un’opportunità di apprendimento nel nostro lavoro di evoluzione personale: nella misura in cui governiamo le nostre paure riconquistiamo la nostra libertà di fare, pensare e sentire.

Le paure ci congelano, ci bloccano e ci imprigionano in un personaggio che si nutre di credenze limitanti e immutabili su ciò che può concedersi o non concedersi di sperimentare.

Se siamo limitati dalle nostre paure, non saremo spontanei né naturali e non riusciremo a dare il meglio di noi stessi in qualsiasi campo della vita.

L’antidoto alla paura è l’Amore

La paura dice sempre: chiuditi e taci. L’amore dice sempre: apriti e parla

Nessuno può amare pienamente e incondizionatamente se stesso e gli altri se non impara a governare le proprie paure.

Affinché l’amore sia vero e le relazioni prosperino è necessario imparare a conoscere le proprie paure e a governarle, in modo da potersi esprimere liberamente e in modo trasparente. 

Il coraggio della saggezza

Governare le nostre paure apre la strada a un coraggio che non è imprudente o avventato perché si nutre di saggezza.

Non si tratta di rischiare o buttarsi a capofitto senza rete, piuttosto di guardarsi dentro alla ricerca della fonte delle nostre paure e delle risorse a nostra disposizione per affrontarle.

La parola saggezza non deriva dal verbo “sapere”, ma dalla parola “sapore”. Il saggio non è colui che sa di più, ma colui che ha imparato ad assaporare la vita. 

In definitiva, non possiamo assaporare appieno la vita se siamo intrappolati nelle nostre paure e non possiamo liberarci dalle nostre paure se non ne conosciamo l’origine profonda.

La crisi del settimo anno

A partire da questo concetto di base sul superamento delle paure, che accomuna le antiche culture orientali e occidentali, esiste un fattore comune: tutti gli esseri umani nel corso della vita attraversano cicli di 7 anni e il settimo anno di ogni ciclo rappresenta un momento di crisi.

La parola crisi deriva dal verbo greco crino, che significa decidere: pertanto crisi significa “momento di decisione”. 

In pratica ogni 7 anni la vita ci mette di fronte a una situazione in cui dobbiamo guardare dentro noi stessi e rivedere le nostre decisioni:

  • dove mi trovo?
  • quali sono le paure che mi intrappolano?
  • cosa devo accettare, cosa devo cambiare?
  • cosa ne è del mio ideale e della mia missione di vita?

Ogni 7 anni percepiamo dentro di noi la sensazione che qualcosa debba cambiare e ci viene offerta un’opportunità per migliorare la qualità della nostra vita: possiamo far finta di nulla, ma nel ciclo successivo la pressione sarà sicuramente più alta.

Anche il mondo scientifico conferma questa verità: per esempio, si è scoperto che i cambiamenti nei sistemi ormonali delle persone sembrano seguire cicli di 7 anni.

Fase di affermazione e fase di trasformazione

A partire da questa idea, ogni individuo, dalla nascita agli 84 anni, percorre 12 cicli di 7 anni.

Ogni 7 anni dobbiamo affrontare un drago, una paura che si nasconde dietro le quinte e che dobbiamo scoprire, conoscere e governare.

Se ce ne rendiamo conto e non permettiamo a quella paura di scegliere o decidere per noi, ma impariamo a farlo nella nostra coscienza libera, miglioreremo la qualità della nostra vita.

La prima fase della vita termina ai 42 anni e delimita il processo di affermazione. Da qui inizia il processo di trasformazione della propria vita e dell’ambiente, che dura fino ai 70 anni.

Fino a quel momento, ogni 7 anni c’è sempre l’opportunità di trasformare tutto ciò che dobbiamo trasformare. All’età di 70 anni una persona varca l’ultima porta e può diventare una persona vecchia o una persona saggia. Sono due persone differenti, a seconda di come hanno attraversato tutti questi cicli.

La crisi più difficile da affrontare è quella dei 42 anni, quella che chiamiamo crisi di mezz’età, quando si passa da una fase di affermazione a una fase di trasformazione. 

L’arte del saper vivere

Non è il semplice passare degli anni che ci insegna l’arte del saper vivere, piuttosto è necessario fare tesoro delle esperienze, sia nelle situazioni piacevoli che in quelle spiacevoli.

“L’esperienza non è ciò che accade a una persona, ma ciò che una persona fa con ciò che le accade.”

Una persona ha più esperienza della vita non se ha vissuto molti anni, né se ha sofferto molto, ma se ha saputo trarre il necessario apprendimento da situazioni piacevoli e spiacevoli. Purtroppo a volte una persona può vivere a lungo e non aver imparato nulla da trasmettere ai suoi discendenti.

Contenuti del percorso

Per ogni fase della vita osserveremo: l’età, la paura e l’atteggiamento appropriato di fronte alla paura.

Aggiungeremo l’elemento della natura che possa sostenerci nel compito: acqua, aria, terra, fuoco. 

Poi esploreremo il livello di coscienza appropriato, perché è chiaro che in ogni fase della vita la persona debba acquisire un livello di coscienza sempre più profondo. 

Concluderemo con qualcosa che proviene dall’Ayurveda e cioè che è importante in ogni fase della vita connettersi con uno specifico senso fisico.

Il fantasma della paura

La paura è come un fantasma che ci assomiglia in tutto e per tutto e che impercettibilmente prende il nostro posto nei momenti della vita, lì dove siamo, e se non stiamo attenti ci sostituisce completamente agli occhi di noi stessi e del mondo.

Possiamo anche percepirlo chiaramente, come una voce confusa, a volte flebile, a volte acuta, che sembra filtrare come un rivolo d’acqua che una pioggia battente spinge a forza attraverso la nostra porta, i nostri muri e le nostre finestre, spettro e ombra che circonda il nostro rifugio e fa di tutto per entrare.

Se riesce ad insediarsi anche nel nostro cuore ha vinto e diventa un parassita che farà il possibile per sopravvivere, esattamente come qualsiasi altra creatura, impegnando al massimo tutte le forze per continuare ad esistere e procreare.

Come un seme che attecchisce comincerà a germogliare e a portare i frutti che corrispondono alla sua specie: solitudine, dolore, disperazione, gelosia, rabbia, confusione, amarezza, risentimento, insicurezza.

Follie.

Che dimorando stabilmente in noi, alla fine, ci sostituiscono, imprigionando il nostro cuore in una maschera di ferro.

Ma come tutti i fantasmi manca di concretezza e possiamo scacciarlo con strumenti che allo stesso modo manchino di concretezza.

Mi piace ora immaginare che questo vento potente potrebbe dissolverlo se riuscissi a caricarlo di una qualche energia positiva, amore, coraggio, gioia, speranza.

Mi alzo dalla panchina e mi affaccio sulla scogliera, stavolta nel punto più esposto, dove la frescura marina mi investe letteralmente e gli occhi si riempiono di bellezza e meraviglia.

“Io sono sempre qui, ora come allora” mi sussurra di nuovo il vento.“Resta anche tu, apriti, guarda, ascolta, odora, assapora e percepisci, affina tutti i sensi e fonditi col respiro del mare e con l’ansimo del mondo, di cosa hai paura, che cosa provi, che cosa senti?”

Se si resta, se non si vacilla facendosi trascinare via e si rimane impettiti e consci a far da barriera alle raffiche e folate scomposte, che pure ci scrollano e ci strattonano, potremmo vedere una lama di fumo che si allontana e si disperde, e potremmo ritrovarci ad urlare insieme al vento la forza del nostro nuovo potere e a restare, come uno scoglio, incrollabilmente e fedelmente ancorati alla madre terra, e persino illuderci di poter rimanere intatti per sempre.

Potrebbe nascere il desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, che sembra essere fuori di noi, ma in realtà è dentro, e cercarlo, questo qualcosa, con la gioia infantile degli inizi, che ci fa saltellare come bambini e ci fa vedere la nostra vita, esattamente quella di prima, da un nuovo punto di vista.

Questo è l’effetto dello scampato pericolo, e della speranza che ne è figlia.

Ed ora sparisci, fantasma della paura, questa non è la tua casa perché qui vive e stupisce la meraviglia.

Tratto dal romanzo “Incanti,è solo una fiaba” di Lorenza Bonazzoli, Edizioni WE

I Cicli della Vita attualmente non è in programmazione.

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